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Durante un viaggio in Sud America, si raggiungono altezze considerevoli da non sottovalutare, quindi consultate sempre un medico prima di partire.

Su qualsiasi guida, o online potrete trovare tutti i più comuni consigli per combattere il mal di soroche, cioè questo malessere dato dall’altitudine che si attenuerà man mano, giusto il tempo che il vostro corpo richiede per acclimatarsi. Quello che state leggendo, è stato estrapolato da un articolo scritto da un medico su internet.

È importante tenere conto della capacità dell’individuo di reagire all’altitudine: ho visto gente non accusarne affatto, più frequentemente invece capita che si soffra di un mal di testa persistente che a volte fa fatica a sparire anche con l’aiuto dei comuni analgesici.

I sintomi più comuni sono:

Importante è anche essere consapevoli della propria salute: solitamente si sconsigliano determinate altitudini a persone con pressione alta e problemi cardiaci.

Quello che non tutti dicono, è che data la mancanza di umidità può succedere che il vostro naso si secchi formando delle fastidiose crosticine che se ne andranno solo scendendo d’altitudine. Ecco spiegato perché da queste parti i bambini e qualche volta anche gli adulti, hanno sempre le dita nel naso.

I consigli per attenuare i sintomi del mal d’altitudine sono vari e io li ho provati quasi tutti.

Infuso di coca per il mal di soroche

Vi capiterà di vedere molti peruviani con un bozzetto agli angoli della bocca, stanno masticando coca e se sarete fortunati come lo sono stata io, vi regaleranno un bel sorriso a 32 denti e qualche foglia spezzettata.

Non stupitevi e non guardateli come se fossero degli invasati, qui la coca ha molti significati ed è usata anche in molti rituali fin dai tempi degli Inca. Questa viene considerata una ricchezza e viene donata alla Pacha Mama, la Madre Terra, per renderle grazie per la sua fertilità. La coca è stata utilizzata per millenni nella medicina tradizionale andina. E’ molto efficace come anestetico ed è utilizzata addirittura come afrodisiaco.

Un altro metodo per contrastare il mal d’altitudine è sicuramente l’ossigeno: molti alberghi e a volte anche i negozi ne sono provvisti. Se vi dovesse capitare di sentirvi poco bene, 5 minuto d’ossigeno possono bastare. Non di più, perché mi è stato spiegato che il corpo deve adattarsi naturalmente.

È importante, inoltre, salire gradualmente d’altitudine, iniziando da circa 2500 mt a salire. Non dormire mai più in alto dei livelli che si sono toccati durante la giornata.

Le farmacie sono molto fornite, potrete trovare delle pillole per il mal d’altitudine, le sorojchi pills, vendute per pochi soles (la moneta locale) senza bisogno di ricetta medica. Io ne ho prese un paio e sono tornata come nuova. Niente di illegale, ribadiamo

Altro rimedio da non sottovalutare è il riposo, in assoluto il consiglio che vi raccomando di seguire: movimenti lenti, pochissimi sforzi, cibo leggero per favorire la digestione (no a verdure crude, salse, cibi piccanti).

In qualsiasi tour del Perù è possibile notare l’inserimento nel programma delle tipiche mezze giornate a disposizione per il riposo, cosa che prima di arrivare non avevo preso benissimo ma che poi sono state davvero utili per la mia totale ripresa. Se doveste fare il tour del Perù in indipendenza, vi consiglio di ascoltare il vostro corpo e seguire i vostri ritmi.

Un ultimo consiglio, questo totalmente personale e al di fuori di ciò che potrete leggere in rete, è quello di non farvi troppi castelli in aria su quello che potrebbe provocarvi l’altitudine: il fattore psicologico spesso incide fortemente e accentua i sintomi di un qualcosa che se non fosse risaputo, risulterebbe solo come spossatezza e un po’ di mal di testa.

Godetevi le meraviglie delle Ande, bellezze senza paragoni.

Molti viaggi in zone geograficamente particolari prevedono rapide salite in quota senza poter dare all'organismo il tempo di acclimatarsi. Sono per lo più salite in jeep o aereo, ma non solo. L'esempio più tipico è rappresentato dall'altopiano tibetano o dale Ande dove si passa in poche ore dai 2000 ai 5000 metri. Un buon acclimatamento è caratterizzato dall'assenza di disturbi e da un buon sonno notturno. Le urine devono essere chiare e abbon- danti. Se è presente anche solo un leggero mal di testa o un pò d'insonnia già significa che non vi state acclimatando bene. Se c'è anche inappetenza, nausea o vomito si può parlare a tutto diritto di mal di montagna! E' fondamentale dare importanza a questi primissimi sintomi senza accampare scuse. Cosa devono fare i viaggiatori che vanno in quota, magari dovendo anche salire rapidamente? Li dividerei in tre gruppi, LA TRIADE

Ricordo che né la forma fìsica, né l'allenamento, né le ascenzioni precedenti migliorano la capacità di adattarsi all'altitudine. Tale capacità sembra essere geneticamente determinata, un pò come il colore degli occhi. Inoltre il malessere della quota non compare mai appena arrivati, ma sempre dopo 6/12 o più ore dopo. Ho purtroppo notato che, forse per la fretta di continuare o per il timore di arrecare problemi al gruppo, quasi tutti tendono a sottovalutare e negare le sofferenze della quota adducendo sempre le stesse scusebanali. Per dirimere ogni dubbio e non dare spazio alle scuse, ho ideato una "triade" da prendere alla lettera In quota qualsiasi mal di testa è solo dovuto all'altitudine (anche se vi siete cotti al sole ed avete pure preso una randellata sulla nuca) In quota la prostrazione e l'insonnia è solo dovuta all'altitudine (anche se avete corso in salita bevendo thè e caffè), In quota la nausea/vomito è solo dovuta all'altitudine. Questo semplice manuale è stato scritto da un medico che da tempo si occupa di problemi di montagna. Purtroppo è un "acclimatatore lento". Ha così condiviso le pro- prie sofferenze con numerosi partecipanti ai viaggi in quota ed ha sperimentato insieme a loro quelle strategie atte a rendere l'acclima- tamento meno penoso. Date retta alla "triade" e se riconoscete anche solo uno dei sintomi, non accampate scuse, magari non dite nulla agli altri, ma passate subito al Diamox a dosaggio pieno (eventualmente associandolo ad un antidolorifico).